AMARE COME I SANTI.

AMARE COME I SANTI!

    Con le stigmate di san Francesco è iniziata una settimana all’insegna del martirio dei santi, la donazione più alta che ci possa essere nella santità, il morire per amore o per amare.
   Con le stigmate non c’è dono più grande che il Signore può fare all’uomo, questo gesto d’amore, anche se nella definizione delle stigmate troviamo scritto è come un premio dell’Altissimo verso il suo servo che ha vissuto e testimoniato perfettamente ciò che desidera Dio, amare, vivere, testimoniare, trasmettere, sperare, donarsi secondo i suoi precetti descritti nel Vangelo, Francesco come sappiamo non era solamente un uomo di preghiera o la preghiera fatta uomo, ma lui era preghiera  vivente, si è cosi trasformato in preghiera e la sua vita era un unica cosa con la preghiera, che non vuole dire le solite preghierine recitate, la il vero senso del significato della preghiera, dono di gratitudine e di ringraziamento per ogni cosa, per la vita, per le tribolazioni, nelle stigmate troviamo il vero mistero di una vita dedicata e donata al Signore.
    Dopo le stigmate troviamo un altra figura bellissima, forse non tanta percepita o colta nel suo significato o solo per quello che noi chiamiamo il santo dei voli o come il protettore degli studenti, ma se analizziamo la sua vita, cosa ha caratterizzato il suo stile di vita, la sua scelta, le sue tribolazioni, le rinunzie, quando in qualche modo lo hanno segregato, allontanato dalla gente, scopriremo che san Giuseppe da Copertino è una figura meravigliosa, semplice, ordinaria, infatti sia il Vangelo che le letture sono uno specchio della sua vita, di semplicità, donazione, generosità, ma a volte anche di durezza, e di una trasformazione giorno dopo giorno, vediamo come il signore agisce in questi cuori che si dedicano totalmente a Lui, come un altro santo francescano San Francesco Caporosso il suo esempio di carità e dedizione all’altro è stato edificante per molto la sua testimonianza, nello stesso giorno il martirio di san Gennaro Vescovo martire, ucciso per voler testimoniare il Vangelo di Cristo e grazie al suo sangue ha potuto salvare tante anime e ha dato coraggio a tanti che testimoniare con la vita il Nome di Gesù si ha un premio celeste inestimabile, anche la festa dei santi martiri coreani morti per la fede e perseverando fino all’ultimo fino alla morte il valore prezioso del Vangelo fino a farsi torturare e uccidere, lì non si è più se stessi ormai si vive per l’altro è l’altro e Dio e per la vita eterna per tutta l’eternità, come anche la festa dell’Apostolo evangelista san Matteo, come ha potuto trasformare la sua vita in uno sguardo fatto da Gesù, convertire la propria vita non è una pratica di ascesi o di penitenza, ma una scelta d’amore, di una esperienza che ha segnato la propria vita, dopo ciò si scegli la via dell’ascesi e della penitenza perchè si viene a contatto con una realtà al di sopra della logica umana che ti porta ad mete meravigliose, tutto ciò in una settimana, una settimana che si fa intravedere il paradiso attraverso l’esempio di tutto ciò, anche nei vari vangeli e letture bibliche si intravede una certa semplicità nel seguire Gesù, vediamo che Gesù nella sua parole non chiede doti sopranaturali, intelligenza oltre la norma, poteri paranormali, ma la semplicità di un cuore, di un anima che lo desidera, lo accolga, lo ami, lo doni, lo annunci, con tutte le fragilità che ci possano essere nell’uomo,  allora chiediamo per intercessione di questi meravigliosi santi la capacità di saper uscire dai nostri schemi, dalle nostre logiche e di seguire il Maestro nella semplicità della vita. Amen.     
 Il Signore ti dia pace e gioia!
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