Come nasce la “liturgia delle ore” 2#

Le prime forme di organizzazione sulla liturgia.

Dopo aver parlato in grande linee degli albori della liturgia partendo proprio dalla Sacra Scrittura e di quello che diremmo delle tradizioni popolari, occupiamoci adesso degli inizi delle forme e organizzazioni delle liturgie e delle preghiere.

 Nella liturgia cristiana nei secoli IV-VI

Con il programma di tolleranza dell’imperatore Costantino, che  aveva progettato con Licinio nel 313 a Milano con l’invio ai governatori delle province come “Editto di tolleranza di Milano”, il cristianesimo inizia a sperimentare la piena libertà con le altre religioni. Poi seguono privilegi a favore dei cristiani fino alla proclamazione del cristianesimo come unica religione di stato legittima, nell’anno 380, con gli imperatori Graziano per l’Occidente e Teodosio per l’Oriente. Alla chiesa che in un tempo era  perseguitata ad un tempo poi succede la chiesa privilegiata di stato.

Quando poi furono terminate le dolorose persecuzioni in particolare per i primi cristiani, nel frattempo aumentarono i luoghi di culto ma anche il numero dei presbiteri e dei monaci, si sentì necessario il bisogno di organizzare con più determinazione due cose, sia le formule della preghiera, sia le ore nelle quali pregare.

Quindi si iniziò ad avere un duplice genere di ufficio:

L’ufficio nella cattedrale, tra clero e laici.

In questo periodo il clero viveva ancora raggruppato in città, attorno al Vescovo. L’uso di celebrare la Messa festiva fuori della cattedrale, ad esempio in periferia, venne più tardi. Invece la cattedrale era dunque il centro della vita liturgica e dell’evangelizzazione di tutta la diocesi, come usiamo dire oggi.

Così facevano ogni giorno, nella Chiesa cattedrale, sia il clero e sia i laici si riunivano al mattino per recitare i Salmi chiamati «laudes», come ringraziamento al sorgere del nuovo giorno e al tramonto del sole dal cui  nome di «Vespri», cioè preghiere al «tramonto del sole». La celebrazione eucaristica era ancora a ritmo settimanale, vale a dire alla domenica.

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La preghiera ben organizzata dai primi monasteri

L’ufficio dei monaci.

Per quanto riguarda la vita dei primi monaci vivendo in una separazione dal mondo in un certo senso e rinunciando ai legami familiari al possesso dei beni materiali, i monaci come gli asceti avevano una maggiore possibilità di impiego per darsi alla preghiera con frequenza e regolarità che i cristiani viventi nel mondo, non potevano certamente realizzare. Nei monasteri, si sviluppò quindi e si organizzò la preghiera assidua, ben regolata, distribuita durante le ore del giorno e anche della notte. La loro continuità alla lode divina, era un modo di imitare gli Angeli. Come gli angeli, notte e giorno, stanno dinanzi alla maestà di Dio per cantare le sue lodi, così dovevano essere i monaci sulla terra.

Avvenne così che anche nelle chiese rette dal clero, oltre alle due ore dell’ufficio del mattino e della sera, si aggiunsero le ore di terza, sesta, nona. Non esisteva ancora un «obbligo» per la partecipazione a questa preghiera la comunità pregava sempre anche «per i fratelli assenti», cioè quelli impossibilitati a partecipare alla preghiera comune.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

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