Festa della VITA CONSACRATA

Siamo giunti anche quest’anno, dopo le festività Natalizie, dove l’immenso amore del Padre si è manifestato per noi nel suo Verbo fatto carne per sanare la nostra fragilità umana, con questa festa della presentazione al Tempio del Signore si conclude appunto tutto il ciclo natalizio, partiamo da quando san Giovanni Paolo II istituì la giornata della vita consacrata nella sua Esortazione Apostolica, proprio in questo giorno significativo.
Vita consacrata gioia e desiderio di Dio per il suo progetto d’amore per tutti noi.

ESORTAZIONE APOSTOLICA Di San GIOVANNI PAOLO II
VITA CONSECRATA

Dalla introduzione riceviamo questo insegnamento :                                                                                                                                           1. La vita consacrata, profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di Cristo Signore, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito.                                                                                                                                              Con la professione dei consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù — vergine, povero ed obbediente —acquistano una tipica e permanente «visibilità» in mezzo al mondo, e lo sguardo dei fedeli è richiamato verso quel mistero del Regno di Dio che già opera nella storia, ma attende la sua piena attuazione nei cieli. Lungo i secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questa via di speciale sequela di Cristo, per dedicarsi a Lui con cuore «indiviso» (cfr 1 Cor 7, 34). Anch’essi hanno lasciato ogni cosa, come gli Apostoli, per stare con Lui e mettersi, come Lui, al servizio di Dio e dei fratelli. In questo modo essi hanno contribuito a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i molteplici carismi di vita spirituale ed apostolica che loro distribuiva lo Spirito Santo, e di conseguenza hanno pure concorso a rinnovare la società.

Facciamoci qualche domande.

Ora ci vogliamo interrogare su qualche domanda. La domanda di cui ci dobbiamo rispondere e a cui dovremo essere tutti chiamati a rivolgerci è se e come noi ci facciamo lasciare interpellare dal Vangelo nei giorni di oggi, con tutte le tribolazioni e controversie; Se esso è davvero il nostro “vademecum” per la vita e per le scelte che siamo chiamati ognuno ad operare. sappiamo quando sia esigente per noi oggi la sequela. Non basta leggerlo, non basta meditarlo Gesù ci chiede di attuarlo, di vivere le sue parole, nella nostra vita di ogni giorno e in ogni situazioni e atteggiamento, nei confronti di noi stessi e del nostro fratello o prossimo a cui siamo chiamati a dare una testimonianza reale e concreta.. Un altra importante domanda da farci, ma è davvero il primo e l’unico amore, come quando abbiamo professato i nostri voti, promettendo a Dio per tutta la vita di amarlo e testimoniarlo con tutte le nostre forze? Soltanto se è tale, possiamo e dobbiamo amare nella verità e nella misericordia ogni persona che incontriamo sul nostro cammino, perché avremo appreso da Lui che cos’è l’amore e come amare.

Ci siamo mai chiesti dove sta andando la vita consacrata in questi tempi? Qual è il senso della sua presenza nella Chiesa e nella società odierna è quali contributi sta dando?  

 Ci sono alcuni segnali molto importanti da riconoscere: ad esempio le collaborazioni intercongregazionali e la nascita di nuove forme di vita consacrata; oppure il ‘ nuovo umanesimo’ nella vita di chi sceglie il Maestro Gesù Cristo, perché ogni vocazione sincera non congeda dalla storia; la propria capacità di vivere la propria profezia, la sapienza divina e l’escatologia come prospettiva che rende ragione delle forme entro cui si vivono la libertà, le relazioni, il rapporto con le cose; l’assunzione di nuove diaconìe.  Una certezza è questa che la vita religiosa sa che deve ripartire necessariamente dai giovani, affinché trovino risposte alle loro domande nel dare senso al dono della consacrazione e delle sue forme. Oggi i giovani ‘a rischio’ sono quelli purtroppo schiavizzati dai mercanti del sesso, dal fascino dell’effimero, dalle droghe e dall’alcool. oggi sia che ragazzi che ragazze sono svuotati di senso e abbandonati all’esteriorità, quella che offre il mondo di oggi, “l’apparire” , di se stessi e del mondo. La vita religiosa non può abbandonare la scuola. Infatti, se vediamo nei secoli passati era un privilegio di pochi e per colmare questa povertà e quindi nacquero tante istituzioni scolastiche. 

Cosa fare oggi?

 La strada dell’incontro con il Signore Gesù è fatta proprio di piccole cose; proprio come quelle piccole tessere di un mosaico, che lucidate ogni giorno che nell’insieme mostrano un Dio che sorprende. Una fedeltà fatta di preghiera quotidiana, sincera, semplice e umile, Messa, con il desiderio di incontrare il Signore, Confessione, come segno di unione alla santa Trinità e lotta contro i male, la carità vera, e nutrita della Parola di Dio giorno dopo giorno, “la prossimità, soprattutto ai più bisognosi, – come afferma il Papa – spiritualmente o corporalmente”. Cose concrete insomma, come nella vita consacrata, l’obbedienza al Superiore e alle Regole. al fratello, se si mette in pratica con amore disinteressato e senza altro fine, questa legge, lo Spirito sopraggiunge e porta la sorpresa di Dio, come al tempio e a Cana. 

Il coraggio di lasciare tutto

Sono donne e uomini consacrati, collocati qua e là, che continuano ad essere segni di speranza, persone capaci di scommettere con passione la loro esistenza con Cristo, rinunziando a se stessi perchè fiduciosi delle promesse di Cristo e desiderosi della vita eterna. Sono coloro che narrano con la lor vita la bellezza della vita incarnata, abitata dallo Spirito, che prende forma in un corpo dotato di sensi, di affettività, di intelligenza, di emozioni, di sentimenti, di atteggiamenti, di comportamenti, di creatività, di espressività, che riconoscono la bellezza di Dio impressa sul volto di ogni umano. Scandiscono lo scorrere del tempo con una profonda vita di relazione, testimoniando la bellezza della propria umanità liberata e donata nel quotidiano. Considerano il corpo e la corporeità come dono di Dio, “tempio di Dio” (1Cor 3,16)

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente