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L’umile peccatore che sa chiamare Dio, padre attraverso il riconoscere il bisogno di Dio come peccatore.

“Il problema non è essere peccatori, ma non pentirsi dei peccati, non avere vergogna di quello che abbiamo fatto… peccatori sì, tutti: corrotti, no ” Papa Francesco.

Sappiamo bene che il peccato è colui che ci allontana dal vero Bene, dal sommo Bene come direbbe san Francesco, ci sconvolge il cuore, anche se ci sembra che stia bene ma è ingannato dal fumo del peccato, da quel desiderio disordinato che ci offusca la vera gioia.

Quali tipi di peccati esistono, ci verrebbe a dire, sono tutti quelli che ci fanno vedere solo un bene momentaneo è non una gratificazione interiore che loda e ringrazia Dio nell’umiltà del cuore.

Perché abbiamo paura che con il peccato non ci possiamo avvicinare a Dio che è misericordia e perdono? E’ lo stesso peccato che ci fa paura, ci fa pensare di non essere chiamato figlio di Dio, invece la forza e la capacità dei figli di Dio è proprio quella sentire il bisogno nella fragilità di rialzarsi e invocare Dio come Padre che mi ama e mi perdona, con l’impegno di amarlo giorno dopo giorno, nonostante le mie passione che cerco di guarire con la sua grazia. 

Quando ci sentiamo nello sbaglio ci vergogniamo di cercare Dio, come Adamo che si nascondeva, non abbiamo coraggio è l’umiltà di dire come il figlio prodigo ” ho peccato contro di Te”, invece il Padre è li che ci aspetta a braccia aperte!

Per concludere questo piccolo e semplice introduzione, cosa dire bisogna accettarlo, conviverci con lui, amarlo è poi trasformarlo in prezioso diamante, Dio non vuole che per causa del peccato ci nascondiamo o scappiamo da Lui, ma di avere il coraggio di avere un cuore penitente che cerca la grazia della conversione perché crede e confida nell’esperienza di perdono e di riconciliazione, perché si sente sua creatura e suo figlio.