Siamo analizzando ancora ciò che ci dice san Paolo sulle opere della carne, dopo aver visto in maniera semplice su quando l’uomo si possa far tentare dai vizi della carne e del sesso, vediamo ora la dissolutezza che in un certo modo ritorna sempre sul discorso dell’ eros senza freni e con tutta libertà.
Una vita vissuta in questo modo potrà essere una vita felice realmente, apparentemente sicuramente, ma interiormente si e infelici perchè non si trova una metà, un obbiettivo, si e sempre in cerca, ma una ricerca disordinata, non si ha rispetto della prorpia vita, del proprio corpo, degli altri e di se stessi, devo dare un senso alla mia vita, vivere da dissoluti è non credere di avere una vita dopo quella terrena perchè tutto ciò che voglio lo faccio e senza scrupoli.
Dobbiamo tener conto che il nostro corpo per quando sia capace di costruire, creare, desiderare, amare, non è nostro ma appartiene a Dio ed a Lui dobbiamo dare conto alla fine, di come lo abbiamo usato, se come dono o come un usa e getta, Il Signore c’è lo dice in vari modi che la vita è un dono prezioso, è unica, è irripetibile, perciò dobbiamo limitarci o evitare, denunciare, smascherare, difendere, lottare, contro ogni abuso di alcool, fumo, sesso, manie, vizii e tutto ciò che possa titubare il nostro corpo allontanandolo dal vero bene, nel Vangelo Gesù denuncia fortemente questo comportamento immorale e senza responsabilità.
Invochiamo il Signore che ci dia la grazia della conversione, ma prima la dobbiamo desiderarla noi nel profondo del nostro cuore e poi cercarla per seguirla ed amarla.