LA DISSOLUTEZZA NON è AMARSI!

Sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Gal. 5ss

Siamo analizzando ancora ciò che ci dice san Paolo sulle opere della carne, dopo aver visto in maniera semplice su quando l’uomo si possa far tentare dai vizi della carne e del sesso, vediamo ora la dissolutezza che in un certo modo ritorna sempre sul discorso dell’ eros senza freni e con tutta libertà.  

Quindi la dissolutezza è proprio questa sfrenatezza senza freni, non avere una ragione, una meta, un obbiettivo, è un uso scorretto di ogni cosa, un non saziarsi mai, si cade nella lussuria, nell’ingordigia, nella superbia, nell’egoismo,  sciolto da ogni freno morale, quindi libero da ritegno, sregolato, licenzioso, vizioso.

Una vita vissuta in questo modo potrà essere una vita felice realmente, apparentemente sicuramente, ma interiormente si e infelici perchè non si trova una metà, un obbiettivo, si e sempre in cerca, ma una ricerca disordinata, non si ha rispetto della prorpia vita, del proprio corpo, degli altri e di se stessi, devo dare un senso alla mia vita, vivere da dissoluti è non credere di avere una vita dopo quella terrena perchè tutto ciò che voglio lo faccio e senza scrupoli. 

Dobbiamo tener conto che il nostro corpo per quando sia capace di costruire, creare, desiderare, amare, non è nostro ma appartiene a Dio ed a Lui dobbiamo dare conto alla fine, di come lo abbiamo usato, se come dono o come un usa e getta, Il Signore c’è lo dice in vari modi che la vita è un dono prezioso, è unica, è irripetibile, perciò dobbiamo limitarci o evitare, denunciare, smascherare, difendere, lottare, contro ogni abuso di alcool, fumo, sesso, manie, vizii e tutto ciò che possa titubare il nostro corpo allontanandolo dal vero bene, nel Vangelo Gesù denuncia fortemente questo comportamento immorale e senza responsabilità.

Il cammino di conversione, ci porta proprio a questo comportamento regolare ed equilibrato, a vivere in modo sano e genuino, l’uomo spirituale, la spiritualità, la preghiera è frutto di questa ascesi, di conversione, di riconciliazione, Dio è lì che ci aspetta e ci perdona, ma se noi non vogliamo Dio non ci obbliga, ma ci avverte di ciò che potrebbe succedere, il non vedere più la grazia e la felicità eterna, la beatitudine, la gioia senza fine.

Invochiamo il Signore che ci dia la grazia della conversione, ma prima la dobbiamo desiderarla noi nel profondo del nostro cuore e poi cercarla per seguirla ed amarla.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente