MEDITANDO LE BEATITUDINI 1

1. CHI SONO I POVERI IN SPIRITO?
Buona Quaresima con le beatitudini.

    In questa Quaresima mi ispirerò sulle beatitudini, sempre in modo semplice e meditativo, penso che nel periodo quaresimale, periodo di riflessione e di conversione, sia ottimo per correggere quei atteggiamenti che a volte si sfuggono e non ci fanno ragionare che in quel momento potremo trovare grazia, e non sempre è facile farlo, già la consapevolezza è un buon punto di inizio.
    Iniziamo con i “beati i poveri in Spirito…”
 Chi sono questi poveri?  Come li descrive la Bibbia? Quei poveri che parla anche Gesù nelle Sacre Scritture?
    Diciamo subito che tutti gli uomini per condizione umana è connotata da una radicale povertà, perchè è stata spogliata con il peccato che a imbruttito di quella bellezza che Dio aveva creato a sua immagine e somiglianza. 
    I poveri sono coloro che non hanno nessuna difesa, non hanno rabbia, quelli che vengo discriminati, vengono condannati da ingiustizie e non si vendicano.
      Gesù parla dei poveri che non cercano ricchezze o poteri o glorie varie, ma che cercano la salvezza, la guarigione che nessuno li può dare, ma che solo lui può dare.
   Per chi vive in questo modo, in questo stile il suo atteggiamento interiore di fede e di donazione è di povertà è beatitudine.
   Non ci dimentichiamo che il povero per eccellenza è Gesù che per sua scelta come ci dice san Paolo nella lettera ai Filippesi, per amore del Padre e degli uomini si è rivestito dell’umana povertà.
    Agli occhi di Dio quello che conta è la totalità della nostra offerta  nella gratuità della donazione verso Dio e verso gli uomini. 
       Un’altra figura di povero è Maria che accettò di essere espropriata di se stessa per donarsi a Dio per realizzare il suo disegno di amore per l’umanità sua creazione abbruttita dal peccato.
        La povertà radicale consiste proprio nel non avere nulla di se, ma essere totalmente suo, sull’esempio di tanti santi che si sono espropriati di se stesso per vivere completamente per un bene maggiore che va oltre a qualsiasi logica umana. 
   Un altro pensiero importante è quello di sapersi si spogliare di tutto ma deve sapersi arricchirsi delle virtù, invano sarebbe non arricchirsi svuotandosi.
         La povertà in spirito è la condizione di vivere, anzi è lei stessa che porterà a vivere anche uno stile di vita sobrio, attento alle esigenze degli altri, e all’uso delle cose, è dare il giusto valore alle cose senza esserne superficiale e sprecarle, quando c’è povertà in spirito c’è anche umiltà sincera, piena di gaudio e di letizia e non rivendica niente, non desidera altro che di essere ricolmato delle grazie del Signore, infatti la povertà spirituale porta a desiderare nient’altro che Dio, quanti santi ci hanno dato l’esempio, è questo fa capire che il povero in spirito da il primato a Dio e non al nostro io, ai beni materiali.
     Concludiamo questa prima beatitudine nel non avere paura se dobbiamo far morire un pò di quel nostro io, che non ci permette di camminare nella luce, camminiamo con Gesù nel cuore che ci darà forza e coraggio nei momenti di sconforto e di tribolazione, pensiamo alle glorie eterne, i santi ci hanno dato prova efficace e concreta.

Il Signore ti dia pace e gioia!

/ 5
Grazie per aver votato!