Conoscere la famiglia francescana

Memoria dei protomartiri francescani
L’ordine francescano fa memoria dei suoi Martiri, Berardo, Otone, Pietro, Accursio e Adiuto furono i primi missionari inviati da San Francesco nelle terre dei Saraceni.

Giunti nella Spagna, sprezzanti del pericolo, cominciarono a predicare la fede di Cristo nelle Moschee. Condotti dinanzi al Sultano e imprigionati, e poi trasferiti nel Marocco con l’ordine di non predicare più il nome di Cristo, continuarono con estremo coraggio ad annunciare il Vangelo. Per questo furono crudelmente torturati e, infine, decapitati il 16 gennaio 1220 per ordine del principe dei Mori. All’annuncio del glorioso martirio, san Francesco esclamò: “Ora posso dire con sicurezza di avere cinque Frati Minori”. 

Essere martire vuol dire vivere per il Vangelo

Furono canonizzati dal papa francescano Sisto IV nel 1481. Da questo episodio nasce anche la vocazione di Antonio, conosciuto con Sant’Antonio di Padova, vedendo i loro corpi torturati per avere difeso la dottrina cristiana che esempio, questi santi martiri che hanno versato il loro sangue per il Signore, quale grande amore ha spinto tanto a donarsi fino alla morte per colui che per primo è morto per noi, l’esempio di questi martiri e il segno tangibile di chi ama veramente il Vangelo, di chi lo vive fino in fondo, fino a dare la propria vita a testimonianza della fede, questi santi martiri non solo si sono professati cristiani, ma hanno realmente vissuto il valore di essere cristiani, non e facile morire per una persona, morire per amor di…

Per difendere chi e cosa poi, ma ne vale la pena, perdere la vita, per ricevere cosa poi, questa è la fede il credere senza pensare, al perché, tante volte diciamo di essere e praticare la dottrina cristiana, ma poi quando veniamo messi a scelte coraggiose, incominciano i problemi, invece questi santi martiri hanno dato un segno di incredibile fiducia nel credere fedelmente al premio divino, a perdere la propria vita per difendere la fede cristiana, non hanno pensato altro, o al proprio interesse, e grazie al loro esempio sono nati nuovi cristiani e nuove vocazioni, chi crede veramente e si abbandona fiduciosamente alla parola del Vangelo, non ha paura di niente, neanche di perdere la propria vita, perché la ritrova nella risurrezione del Signore, vive e gode della vita eterna, la dimora dell’Amore completo, dell’infinita bellezza, non è facile rinunciare a se stesso, ai proprio successi, ecco l’esempio dei francescani.

Il Vangelo si può vivere, credere nel Vangelo è credere alla vita di colui che con il suo Sangue versato sulla croce ha dato la sua vita per generare altre vite e dimorare in loro attraverso l’Eucarestia, ognuno di noi donandoci l’un all’altro diventa pane per i fratelli, eucarestia che si dona e si consuma nella gratuità dell’amore, quell’amore che crea e rinnova ogni cosa, il miracolo dell’essere pane spezzato per i fratelli e il miracolo dell’amore della croce, è il vivere per Lui, ecco l’esempio di questi martiri che si sono offerti per far nascere altri cristiani, è per testimoniare la vita in Colui che ci amati per prima, e sempre si inchina su di noi.  

San Paolo ci dice :”Per me il morire per cristo è un guadagno”

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