OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI 1

   Sfamare gli assetati di giustizia, i lontani, gli esclusi.
Prima opera di misericordia.
   Pace e gioia a tutti voi carissimi, dopo l’introduzione sulla opere della misericordia vogliamo intraprendere la prima che sarebbe “dare da mangiare agli affamati”, un opera molto bella, sia spiritualmente che umanamente, però ricordiamoci sempre, che la misericordia di Dio esige anche dagli esseri umani che dimostrino misericordia, invece quante volte facciamo all’incontrario o meglio ancora la strumentalizziamo per i nostri scopi ed interessi. 
  La misericordia quindi in questi casi non deve essere mai semplicemente una disposizione dell’animo, interiore, ma è anche e sopratutto un agire continuo, una prassi, un stile di vita insomma nel quotidiano, nel lavoro, in famiglia, in comunità, tra amici, ma attenti non farla diventare una cosa scontata o che perde valore.

   Dare da mangiare agli affamati non è semplicemente un cibo, anche quello, ma sempre con lo spirito della gratuità, vedere cristo in quella azione come si ricorda il vangelo ma senza esaltazione, ma un dare un qualcosa che gli tocca come la giustizia, una dignità, una speranza, l’accoglienza, un sentirsi amati dalla società, ma sempre con la virtù della prudenza perchè il furbetto che ne approfitta lo troviamo sempre, non entreremo in questioni politiche ma anche lì ci sarebbe molto da dire, come ad esempio il progredire per il vero bene e sviluppo della società.  

   Anche Gesù lo fece; basta vedere quante famiglie sono in disagio, il sociale e tanto altro, è vero che in tanti cercano di seguire Gesù facendo anche delle beneficenze, anche per i paesi in povertà, questa è una risposta concreta al messaggio di Gesù, ma in tanto approfittano pure per truffare in qualche modo, perciò i “no” che vengono detto, magari in modo caritatevole ma a volte anche tristi evidentemente c’è un perchè, ma ci si critica perchè non c’è carità, è questo scoraggia molto. 

    Le nostre decisioni non devono finire a svantaggio degli altri, questi in tutti i campi che si opera.
    Con la nostra elemosina, anche se fatta con generosità caritatevole a volte capita che si ci umilia il poveretto, c’è lo ricorda anche Gesù nelle sue parabole, il povero va aiutato ma anche fatto sentire accolto per la sua condizione di vita, non è soltanto un da fare ma un essere per fare, esperienza personale mi è capitato di invitare poveri a pranzo che non volevano venire e gli dissi allora vengo io da voi a mangiare, oppure l’esempio di san Francesco che in piena notte senti un suo frate che diceva ho fame, Francesco per non farlo sentire in colpa e umiliato mangiò insieme a lui ed anche altri lo fecero in letizia, 
    Un altro aspetto di questa opera di misericordia è la ricerca di affetto, fame di affetto, di amore, di essere compresi, di stima, fiducia, a volte diamo per scontato tutto ciò, invece queste cose sono molto importanti, in particolare nel mondo di oggi.
   Un altro aspetto ancora o l’attenzione di chi ha un ruolo come responsabile di una azienda, di una famiglia, una comunità del sociale, capire quale siano i bisogni che realmente si abbia, la produttività dipende tanto da questo atteggiamento di capire al meglio di cosa si ha bisogno per armonizzare bene la vita propria, dell’altro nel quotidiano. Anche Gesù lo fece alle folle che disse ai discepoli date voi da mangiare a loro.
In conclusione, la condivisione ci apre ad un mondo nuovo, alla ricchezza dell’altro, alla positività, al dono e al servizio del Regno per la vita eterna. 
   Francesco come ha vissuto questa opera di misericordia? 
Quante volte lo abbiamo letto, l’amore che aveva per il povero, per il fratello, per il pellegrino e forestiero, ma tutto ciò ha iniziato con se stesso avendo misericordia accettandosi, riconoscendosi, perdonandosi, ma senza fare ne vittimismo ne buonismo, ma reale, sincero, cosi ha ringraziato il padre celeste compredendo la Sua misericordia per noi che non ha confini.


Il Signore ti dia pace e gioia!

/ 5
Grazie per aver votato!