Procurarsi il regno di Dio.

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali;

ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

L’EPISODIO DEL RICCO E DEL POVERO, MI FA SEMPRE PENSARE SE REALMENTE CREDO ALLA VITA ETERNA E PROIETTARSI VERSO DI ESSI.

E’ sempre molto forte questo episodio, sui beni terreni e i beni eterni.
Questo brano Luca (Lc 16,19-31), ci fa capire dove saremo giudicati, quando saremo giunti al tramonto, quando attraverseremo l’orizzonte, dove non ci sarà più ne ombra ne oscurità, tutto sarà nella pienezza della luce, e inizierà la nostra realtà eterna.

Possiamo fare tutto ciò che vogliamo, nascondere tutto ciò che siamo, possiamo illudere tutto ciò che vogliamo, ma possiamo anche edificare tutto ciò che ci e stato donato di dare, sanare e fare miracoli, guarigioni e liberazioni, testimonianza o incoerenze, ipocrisie o sincerità, menzogne o la fatica della verità, accettazione o esclusione, santificare o vittimizzare, furbizie o onesta, trasparenze o segreti,.

Insomma tutte queste cose che sono proprie dell’uomo, può gestirle come meglio crede, ma chi pensa di fare un cammino di fede, ha responsabilità di testimonianza è importante che si riguardi da queste cose,  ma qualsiasi uomo deve prendersi questa responsabilità, perchè verrà giudicato è il giudizio sarà unico e veritiero, è non si saranno altre occasioni.

Perciò san Paolo in tutte le sue lettere invita, esorta, supplica ad un comportamento reale, schietto, sincero, a combattere la buona battaglia come troviamo scritto nella seconda lettura  1 Tm 6,11-16, a conformasi a un vita retta, senza ipocrisie ne falsità, sarà dura perchè nella società odierna e molto diffusa l’egoismo, la paura, l’avidità, l’egocentrismo, il potere, il piacere, combattere queste cose è sempre una eroica impresa, ma sappiamo bene anche quale sia il valore di questa lotta, I santi, in particolare San Francesco ci fa da maestro sul distacco dei beni materiali, terreni, a non attaccarci alle cose mondane.

Che non vuol dire non combattere la giustizia, l’onesta e la difesa di chi si trova in difficoltà, dei poveri veri, e degli esclusi, anzi questa e una buona lotta, ma deve avere come fine e come scopo la salvezza eterna, difendere questa realtà per viverla nell’altra, si e combattuti per vivere una realtà che va oltre alle nostre logiche e interessi umani, che poi si riducono a frustrazioni o interessi personali,.  

Breve ma intensa riflessione sul vangelo della XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Come diceva il ricco manda qualcuno ad avvertire, non dobbiamo aspettare che c’è lo dicono, il Vangelo parla chiaro, in maniera limpida, si rivela da se, dipende tutto dal nostro modo di vedere, di interpretare, di vivere, non dobbiamo aspettare il momento opportuno per convertirci, per capire dove si trova la salvezza, potrebbe essere troppo tardi, il Signore ci invita a cambiare già da adesso, un passo alla volta, gradualmente, con l’aiuto della sua grazia è con la nostra buona volontà, senza di essi nulla può fare.

Il Padre è lì che ci aspetta in qualsiasi momento, in qualsiasi ora, non importa se siamo belli o brutti, semplici o intellettuali, Ci accoglie così come siamo, peccatori, ma bisognosi di Lui, ci perdonerà ogni tipo di colpa e di peccato se con tutto il cuore lo desideriamo e lo bramiamo di imitarlo nonostante le nostre imperfezioni che si perfezioneranno nel suo amore quando un giorno ritorneremo da Lui. Amen. 

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente