Spiritualità della “Liturgia delle ore” #9

La lode e l’azione di grazie

«Nella Liturgia delle Ore la Chiesa, esercitando l’ufficio sacerdotale del suo Capo, offre a Dio incessantemente (1 Ts 5, 17) il sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome».

Come si può notare nella Liturgia delle ore, in quanto estensione della liturgia eucaristica, diventa essa una «eucaristìa», cioè un continuo rendimento di grazie al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.

In questa integrante della Liturgia delle Ore.

 Si può pensare addirittura alla completa struttura dell’Ufficio divino:

  1. l’invitatorio: ogni giorno, è la prima preghiera delle Ore che si apre con l’invocazione al Signore che ci apra le labbra e ci possa rendere degni di poter proclamare le sue lodi.

Poi segue il Salmo invitatorio solitamente è il Sal 94, che è un invito a lodare Dio, infatti preghiamo in questo modo: applaudiamo, acclamiamo, rendiamogli grazie con canti di gioia, prostràti adoriamo. Oppure lo si può alternare con il Sal 99, che ugualmente esprime la gioia di quelli che entrano nel tempio santo. 

    2.  le Lodi mattutine: In questa prima preghiera del mattino è  pervasa da sentimenti di lode-eucaristia. Tutti i Salmi delle Lodi, compreso il Cantico, hanno un tono laudativo. Come riporta nella domenica della prima settimana del salterio:

* Salmo 62: poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode;

* Cantico: Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli (Dan 3,57);

* Salmo 149: Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli.

Il memoriale.

Mentre nella celebrazione eucaristica la Chiesa celebra il «memoriale» della morte-risurrezione del Signore attraverso il pane e il vino, nella Liturgia delle Ore il segno sacramentale da santificare è il tempo.

Nella celebrazione delle Ore in ogni «Ora» è messa in contatto con un avvenimento storico della vita del Signore.

La Pasqua non è più un fatto lontano ma diventa contemporanea a noi e noi contemporanei con essa.

Si dovrà dunque fare attenzione, nella celebrazione dell’Ufficio, che ogni «ora» ha una connotazione pasquale in quanto è collegata ad un avvenimento della Pasqua del Signore. Vediamole  un esempio:

– Lodi mattutine: si fa memoria della Risurrezione di Cristo, la «luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9), il «Sole di giustizia» (Mal 4, 2), il a Sole che spunta dall’alto» (Lc 1,78).

– Ora terza: si fa memoria della Pentecoste: «Venga su noi, Signore, il dono dello Spirito, che in quest’ora discese sulla Chiesa nascente».

– Ora sesta: si fa memoria della Crocifissione: «In quest’ora sul Golgota, vero agnello pasquale, Cristo paga il riscatto per la nostra salvezza» .

– Ora nona: si fa memoria di s. Pietro che sale al tempio a pregare: «San Pietro che in quest’ora salì al tempio a pregare, rafforzi i nostri passi sulla via della fede».

– Vespri: si fa memoria del sacrificio di Cristo sulla croce; dell’Ultima Cena; del Cristo-Luce, splendore della gloria del Padre (Eb 1,3); dello Spirito Santo, fiamma che viene dal Padre dei lumi (Gc 1,17).

– Compieta: si fa memoria del Cristo che scende nel riposo della tomba con la certezza del prossimo giorno radioso della risurrezione.

Circa l’antichità di questo metodo di «pasqualizzare» le Ore ascoltiamo la testimonianza di s. Agostino:

 «Alla sera il Signore in croce, alla mattina nella risurrezione, a mezzogiorno nell’Ascensione… alla sera narrerò la pazienza del Morente, alla mattina annuncerò la vita del Risorgente, a mezzogiorno pregherò Colui che siede alla destra del Padre per essere esaudito» (In Ps. 54, I8).

Ogni «Ora» ha dunque un aggancio con la Pasqua del Signore. In forza del «memoriale» efficace ad opera dello Spirito, noi diventiamo gli uomini della Pasqua.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

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