Spiritualità e vita della ” Liturgia delle Ore” #16

Gli atteggiamenti nel pregare.

Pregando i Salmi riceviamo spesso l’invito del salmista a lodare Dio con la danza (Sal 86 7; 149,3; 150,4), ad applaudire battendo le mani (Sal 46,1), ad alzare le mani (Sal 62 5; 76 3; 87,10), a prostrarsi davanti al Signore (Sal 28 2; 131,7).

Generalmente, non attuiamo questo invito, tranne in qualche avvenimento importante o particolare per una diversa liturgia con i gruppi, ma solitamente ce ne restiamo fermi nel nostro « raccoglimento», seduti solidamente.

I gesti e l’atteggiamento esteriore del corpo devono dunque essere l’espressione di un impulso interiore; insomma devono essere sostenuti, animati, giustificati dalla dinamica spirituale, ma senza  formalismi o addirittura ostentazione se non teatralità varie. La loro esecuzione sarà tanto più degna di Dio quanto più sarà illuminata e riscaldata dallo spirito interiore di preghiera di ognuno.

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Quali sono i principali gesti della Liturgia delle Ore, (solitamente dovrebbe essere sempre cosi):

– stare in piedi: introduzioni, inni, cantici evangelici, preci, orazioni;

– stare seduti: durante le letture i responsori; durante la salmodia, nulla però vieta che si stia in piedi durante il canto di alcuni salmi;

– segni di croce: all’inizio delle Ore e prima dei canti evangelici.

Oltre a questi gesti principali già previsti dalla Liturgia, non andrebbe trascurata tutta un’altra gamma di gestualità che potrebbe comprendere l’inchino profondo alle dossologie (gloria…), le mani alzate al Padre nostro come nella Messa, il battere le mani in certi salmi cantati con un ritmo appropriato.

In altre parole: non possiamo mettere da parte il nostro corpo durante la preghiera, ma dovremmo piuttosto coinvolgerlo in una totale collaborazione con il nostro spirito in modo che tutte le forze che sono in noi diano lode al Signore e cantino la sua gloria. 

Da non dimenticare oltre a tutto ciò che sopra riporta:

* la comunione esterna dei gesti è l’espressione della comunione interiore dei cuori;

* rinuncio volentieri ad un mio gusto per unirmi all’armonia dell’assemblea;

* fare il contrario degli altri non è manifestare la propria personalità ma piuttosto il proprio individualismo;

* rimanderò ai momenti di preghiera personale l’attuazione di quei gesti che non fossero serenamente accolti da tutta la comunità.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

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