La carità che produce la pazienza.

Sopportare pazientemente per imitare Gesù
(Quinta opera di misericordia)

     Siamo giunti alla quinta opera di misericordia spirituale, forse quella più vicina a noi, per alcuni più difficile, per altre meno, quella che ci richiede veramente un espropriarsi di se stesso se fatta per amore del Signore, “Sopportare pazientemente le persone moleste”, una volta si parlava delle ingiustizie a innocenti e senza motivo, ma attenzione !! Bisogna riconoscere bene quella sopportazione se viene dalla cattiveria, dalla istigazione, dalla rabbia, dalla maleducazione, saper sopportare si ma con una buona causa. 
     Nella vita “purtroppo”, se si può usare questo pensiero, non ci viene risparmiato un vasto mondo e diciamolo pure di scoccianti, la zingara che ci insegue petulante per estorcerci l’elemosina; l’amico o l’amica che avvia una lunga conversazione telefonica in un momento in cui siamo pressati da urgenze, l’automobilista scortese; i bambini che giocano sotto le finestre impedendoci di riposare; i vicini di casa che litigano a voce alta come fossero in un’isola deserta, quante volte imprechiamo contro di loro perchè non troviamo pace.
     Iniziamo a dire cos’è una molestia, in generale? 
    Molestia è tutto ciò che disturba la nostra quiete, riduce la nostra sicurezza, scompagina i nostri piani, a volte ci ritroviamo nervosi e non sappiamo il motivo, dalle più quotidiane fino alle molestie più pesanti: i giudizi errati e maligni dati sul nostro operato, i pre-giudizi, le delusioni, l’ingratitudine di chi abbiamo beneficato, lo sparlare noioso e pettegolo del vicinato a spese degli assenti.          Insomma, molesto è chi ci provoca sofferenza, fatica, pesantezza, nervosismo, noia.
     Il dovere di sopportare non coincide con il martirio. Il primo dovere è di evitare noi le molestie agli altri, assumendo l’abitudine di interrogarci sui riflessi delle nostre azioni, quante volte ci capita di essere insopportabili, ma nello stesso vogliamo che gli altri non lo siano, e reagiamo male.  
    Il cristiano inoltre  deve ricordare che, quando è avversato da persone fastidiose o da avvenimenti spiacevoli, si trova nella condizione di partecipare alla croce di Cristo. Per questo è consolato dal Signore. Consolazione che produce in lui la forza della pazienza e accende la speranza, che è la certezza della vita eterna. 
      Nella Bibbia troviamo che Dio stesso deve usare misericordia per sopportare le lamentele del suo popolo. Nel libro dell’Esodo il popolo risulta davvero insopportabile: prima piange perché è schiavo in Egitto, e Dio lo libera; poi, nel deserto, si lamenta perché non c’è da mangiare (cfr 16,3), ma nonostante questo le lamentele non cessano. Ma Dio ha avuto pazienza e così ha insegnato a Mosè e al popolo anche questa dimensione essenziale della fede, se ragioniamo la sopportazione anche di una malattia ci aiuta a crescere nella fede se siamo ancorati a Dio e confidiamo a Lui per un bene maggiore.
    Perciò pensiamo a quanta amorosa sopportazione a Dio verso di noi, se magari invece di imprecare subito o perdere la pazienza, amiamo, ci sforziamo di intravedere un bene maggiore, quando la sopportazione non è fatta di proposito o di malgusto che dobbiamo sopportare.
    Scusate se mi sono dilungato troppo, ma è un argomento molto grande da poter discutere in ogni sua forma, preghiamo per intercessione della Beata Vergine Maria, di avere perseveranza, costanza, facendoci aiutare dalla preghiera per portare il mio peso e quello degli altri amandomi e amandoli nella semplicità e nell’umiltà della Croce che ci porterà alla salvezza eterna. Amen.  

Il Signore ti dia pace e gioia!

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