NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI

Primo giorno della novena

25 settembre: SAN FRANCESCO INVITA ALLA CONVERSIONE

PREGHIERA INIZIALE:
Mio Signore Gesù Cristo, che per amore degli uomini resti giorno e notte in questo sacramento, pieno di misericordia e d’amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a farti visita, credo che Tu sia presente nel sacramento dell’altare.
Ti adoro nell’abisso del mio nulla e Ti rendo grazie per tutti i Tuoi benefici, soprattutto per esserti donato a me in questo sacramento, per avermi concesso come avvocata Maria, Tua Madre Santissima, e infine per avermi chiamato a farti visita in questa chiesa.
Gloria al Padre…

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
UBBIDIENZA PRONTA ALLA VOLONTA’ DI DIO
S. Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, quando già alcuni compagni si erano uniti a lui, era molto dubbioso su ciò che doveva fare: se dedicarsi totalmente alla preghiera con una vita contemplativa oppure operare per la salvezza del prossimo predicando il Vangelo. Desiderava ardentemente conoscere la volontà di Dio e, poichè la sua grande umiltà non gli permetteva di fidarsi delle sue ispirazioni o della sua preghiera, mandò frate Masseo da due anime sante: frate Silvestro e sorella Chiara per chiedere loro di comandare al Signore, nella preghiera, quale fosse la strada che Gesù aveva tracciato per lui. Frate Silvestro era uomo di grande santità e tutto ciò che chiedeva a Dio, l’otteneva. Per questo Francesco si era rivolto a lui. Frate Silvestro si mise subito in preghiera e ben presto ebbe la risposta. Anche Chiara e le sue compagne ebbero da Dio lo Stesso messaggio: “Iddio non t’à eletto per te solo, ma ringraziando per la salute di molti (“Dio non ti ha colmato di favori per te solo, ma anche per la salvezza di molti). Appena Francesco seppe la volontà di Gesù, si alzò dicendo: “Nel nome di Dio, andiamo”.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, tu hai accolto la voce di Dio che ti chiamava a lasciare le cose mondane per dedicarti al servizio dei fratelli sofferenti e della chiesa in rovina. Ottieni dal Signore che noi pure cerchiamo sempre ciò che piace al Signore e con decisione ci impegniamo a compierlo, come tu stesso ci hai insegnato a chiedere:
«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Dio, concedi a noi miseri di fare, per la forza del tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre ciò che a te piace».

Proponimento
– chiediamo a Dio, con la preghiera, che ci illumini sulle scelte della nostra vita; – cerchiamo di imitare la prontezza e l’entusiasmo di Francesco nell’adempiere alla volontà di Dio.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

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Secondo giorno della novena

26 settembre: SAN FRANCESCO INVITA AD AMARE DIO.

PREGHIERA INIZIALE:
Saluto oggi il Tuo cuore pieno d’amore, innanzitutto come segno di riconoscenza per il grande dono di Te, e in secondo luogo in riparazione per le ingiurie che hai ricevuto in questo sacramento.
Mio Gesù, Ti amo con tutto il mio cuore. Mi pento di aver offeso tante volte in passato la Tua infinita bontà. Propongo, con la Tua grazia, di non offenderti più in futuro. In questo momento, miserabile come sono, mi consacro tutto a Te, ti offro la mia volontà, i miei affetti, i miei desideri e tutto ciò che mi appartiene. D’ora in poi, fa’ di me e di tutto quello che sono ciò che Ti è gradito.
Chiedo e voglio solo il Tuo amore, la perseveranza finale e il compimento perfetto della Tua volontà.
Gloria al Padre…

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
SAN FRANCESCO E GLI UCCELLI.
 Un giorno, S. Francesco camminava con alcuni frati nella pianura di Assisi quando alzò gli occhi e vide moltissimi uccelli. Disse allora ai suoi compagni: “Aspettate qui perché vado nel campo a predicare anche a loro. Appena iniziò a parlare, gli uccelli si posarono sugli alberi e rimasero fermi, finchè il Santo non li ebbe benedetti. S. Francesco parlò così: “Sorelle e fratelli miei, dovete essere molto riconoscenti al vostro Creatore Iddio e dovete ringraziarLo in ogni luogo, perché vi ha donato l’aria e la libertà di volare dove vi piace. Oltre a questo, voi non seminate e non mietete, eppure Dio vi nutre; Egli vi ha dato le fonti per  dissetarvi, i monti e le valli per rifugiarvi, gli alberi per costruire i vostri nidi. Voi non sapete filare nè cucire, eppure Dio veste voi e i vostri figlioli. Il vostro Creatore vi ama molto poichè vi dona tanti benefici, perciò state ben lontani dal peccato dell’ingratitudine e pensate sempre a lodare Dio”. A queste parole gli uccelli cominciarono ad allungare i colli, ad aprire i becchi e le ali e con rispetto a chinare le testine in basso, poi, con trilli e movimenti, dimostravano che le parole di S. Francesco avevano dato loro molta gioia. Anche il Santo si rallegrava con loro e si stupiva di un così gran numero di uccelli e delle loro bellissime varietà. Egli gioiva nel vedere come accoglievano la sua parola e come devotamente, secondo i loro modi, pareva lodassero il Creatore. Francesco li accarezzava e passava accanto a loro, sfiorava le testine e i corpi con la tunica, ma essi non volavano via. Alla fine li benedisse con un segno di Croce e diede loro il permesso di andarsene.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, che hai adorato, contemplato e amato l’Altissimo nella Trinità perfetta e nella Unità semplice, ottienici di diventare noi pure uomini e donne di preghiera, capaci di amare e adorare Dio con cuore puro e mente pura, ricercando lui sopra tutte le cose. Guidaci a fare esperienza di Dio sommo ed eterno bene, affinché con te possiamo cantarlo come nostra ricchezza e nostra dolcezza, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

Proponimento

– Imitiamo S. Francesco nel contemplare la creazione come specchio del Creatore;
– riconosciamo in ogni essere creato un nostro fratello.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

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Terzo giorno della novena

27 settembre: SAN FRANCESCO INVITA ALLA FIDUCIA DEL PADRE

PREGHIERA INIZIALE:
Gesù, Pane vivo disceso dal Cielo, quanto è grande la Tua bontà! Per perpetuare la fede nella Tua presenza reale nell’Eucaristia, con potere straordinario. Aumenta sempre più la nostra fede in Te, Signore Sacramentato!
Ardendo d’amore per Te, fa’ che nei pericoli, nelle angosce e nelle necessità troviamo solo in Te ausilio e consolazione, o divino Prigioniero dei nostri tabernacoli, o fonte inesauribile di tutte le grazie! Suscita in noi la fame e la sede del Tuo nutrimento eucaristico affinché, assaporando questo pane celeste, possiamo godere della vera vita, ora e sempre. Amen.
GLORIA AL PADRE ….

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
L’UMILTA’ DI S. FRANCESCO
S. Francesco si trovava alla Porziuncola con frate Masseo, uomo di grande santità e grazia nel parlare di Dio. Per questo il Santo lo amava molto. Un giorno, mentre Francesco tornava dal bosco, dove era stato a pregare, frate Masseo, che voleva provare la sua umiltà, gli andò incontro dicendogli: “Perchè proprio a te? Perchè tutto il mondo vien dietro a te e tutti vogliono vederti, ascoltarti e ubbidirti? Tu non sei bello, non hai grande cultura, non sei nobile. Perchè, dunque, tutti ti seguono così?”. S. Francesco a queste parole si rallegrò molto e, guardando il cielo, rimase per molto tempo rapito in Dio. Quando ritornò in sè, si inginocchiò lodando e ringraziando il Signore, poi, molto infervorato, rispose a frate Masseo: “Vuoi sapere perchè il mondo segue proprio me? Vedi, gli occhi dell’Altissimo Iddio, che vedono in ogni luogo e in ogni cuore, hanno visto che non esiste peccatore più vile, più misero di me sulla terra. Per questo, per attuare il suo grande disegno, Dio ha scelto me, per confondere la nobiltà, la grandezza e la potenza del mondo, affinchè si sappia che ogni virtù e ogni bene non provengono dalle creature ma dal Creatore e nessuno possa gloriarsi davanti a Dio (Cor 1,27-31). Solo a Lui ogni onore e gloria, nei secoli dei secoli”. Frate Masseo, davanti ad una risposta così umile, fu meravigliato e spaventato nel comprendere la profondità dell’umiltà di Francesco.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, quando – giovane – riconsegnasti al padre anche le vesti e nudo rimanesti davanti al vescovo di Assisi, esclamasti: «D’ora in poi potrò dire: Padre nostro che sei nei cieli». Da lui, che sentivi tuo vero Padre, tutto aspettavi con fiducia. Ottieni anche a noi di credere sempre nell’amore di Dio, nostro Padre tenerissimo, che, come dicevi, «non sembra pensare ad altri che a noi», e di rimetterci nelle sue mani con la confidenza più grande.

Proponimento

– Sull’esempio di Francesco, non esaltiamoci nè di fronte agli nomini nè di fronte a Dio;
– Abituiamoci a rendere onore e gloria a Dio per quanto Egli opera per mezzo di noi.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Quarto giorno della novena

28 Settembre: SAN FRANCESCO CI PARLA DELL’AMORE DI GESÙ CRISTO.

PREGHIERA INIZIALE:
Cuore di Gesù nell’Eucaristia, amabile compagno del nostro esilio, Ti adoro! Cuore Eucaristico di Gesù, Cuore solitario,
Ti adoro!
Cuore umiliato, Ti adoro!
Cuore abbandonato, Cuore dimenticato, Cuore disprezzato, Cuore oltraggiato, Ti adoro!
Cuore sconosciuto agli uomini, Cuore amorevole, Ti adoro! Cuore pieno di bontà, Ti adoro!
Cuore che desideri essere amato, Cuore paziente nell’attenderci, Ti adoro!
Cuore interessato ad ascoltarci, Cuore desideroso di essere supplicato, Ti adoro!
Cuore fonte di nuove grazie, silenzioso, che desideri parlare alle anime, Ti adoro!
Cuore, dolce rifugio dei peccatori, Ti adoro!
Cuore che insegni i segreti dell’unione divina, Ti adoro!
Cuore Eucaristico di Gesù, Ti adoro!
GLORIA AL PADRE….


DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
L’AMORE Dl DIO IN S. FRANCESCO E S. CHIARA
Quando S. Francesco era ad Assisi, visitava spesso S. Chiara dandole santi consigli. Lei aveva un grandissimo desiderio di pranzare almeno una volta con lui, ma il Santo non aveva mai acconsentito. Un giorno, i frati dissero a Francesco: “Padre, a noi non sembra che questa tua rigidità sia secondo la carità divina. Potresti proprio accontentare le richieste di Chiara, sorella così santa e tanto cara a Dio che ha abbandonato il mondo dopo aver ascoltato le tue parole”. S. Francesco allora rispose: “Poichè vi sembra bene, allora chiederemo a sorella Chiara di uscire da S. Damiano, dove è rinchiusa da tanto tempo, per venire a mangiare con noi davanti a S. Maria degli Angeli, dove le furono tagliati i capelli e divenne sposa di Gesù Cristo”. Quando giunse il giorno stabilito, S. Chiara, accompagnata da una sorella e da alcuni frati, arrivò a S. Maria degli Angeli. Il pranzo era molto povero e apparecchiato per terra, come era solito fare il Santo. Quando furono pronte le vivande, Francesco cominciò a parlare così soavemente di Dio, che scese su di loro l’abbondanza della grazia divina e furono subito rapiti in Dio. Rimasero fermi, con gli occhi al cielo e le mani alzate. Nel frattempo gli uomini di Assisi, guardando verso la pianura, videro come un grande fuoco sulla chiesa di S. Maria degli Angeli, sulla pianura intorno e sul bosco. Accorsero in fretta per spegnere l’incendio, ma, quando giunsero nel luogo, videro che nulla bruciava. Trovarono S. Francesco con S. Chiara e tutti i loro compagni rapiti in contemplazione di Dio, seduti intorno a quella povera mensa, e compresero che quello era fuoco divino, non materiale, che Dio aveva fatto apparire miracolosamente e che simboleggiava il fuoco del divino amore del quale ardevano le anime di quei Santi, frati e monache.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, nella tua vita non avesti che un desiderio: assomigliare a Gesù, accogliendo e vivendo con animo pronto ogni sua parola. Il tuo amore per la povertà, per il servizio e per  la croce nasceva dall’ardore di seguire i passi del tuo amato Signore. E Gesù ti rese simile a sé fino a imprimere nella tua carne i segni della sua passione. Ottieni che anche noi siamo ascoltatori attenti della Parola e, vivendola, diventiamo discepoli e amici fedeli di Gesù.

Proponimento

– ricordiamoci che è indispensabile trovare il tempo per la preghiera, alimento spirituale della nostra anima;
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Quinto giorno della novena

29 settembre : SAN FRANCESCO CI INVITA A LASCIARSI GUIDARE DALLO SPIRITO.

PREGHIERA INIZIALE:
Gesù Cristo mio, Figlio del Dio vivo, eccomi qui in compagnia della Santissima Vergine, degli Angeli, dei Santi del Cielo e dei giusti della Terra, per farti visita e adorarti in questa Ostia Consacrata. Credo fermamente che Tu sia presente, potente e glorioso come lo sei in Cielo, e per i Tuoi meriti spero di raggiungere la gloria eterna, seguendo in tutto le Tue divine ispirazioni; in segno di gratitudine per il Tuo amore divino voglio amarti con tutto il mio cuore e la mia anima, con le mie capacità e i miei sensi. Ti supplico, Salvatore della mia anima, per il Sangue prezioso che hai effuso nella Tua circoncisione nella Tua Santissima Passione, di esercitare con me questo ufficio di Salvatore, concedendomi, per intercessione della Tua Madre Santissima, i doni della preghiera insieme alla perseveranza, perché quando lascerò questa vita Tu possa guidarmi alla gloria eterna di cui godi in Cielo. Amen.
GLORIA AL PADRE…

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
S. FRANCESCO E LA POVERTA’
Nella prima regola, S. Francesco scrisse: “La regola e la vita dei frati è questa, cioè vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio, seguendo l’insegnamento e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo, il quale dice: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21). I frati non si approprino di niente: nè casa, nè luogo, nè cosa alcuna”. Anche nell’ultima  Pag. 12 a 24
volontà che S. Francesco scrisse a S. Chiara si legge: “lo piccolo frate Francesco voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua Santissima Madre e perseverare in tal vita sino alla fine. E prego voi, signore mie, e vi consiglio di vivere sempre in codesta santissima vita e povertà”. S. Francesco, per essere veramente povero, volle guadagnare con il sudore della propria fronte il necessario alla vita. Il lavoro doveva essere solo strumento per guadagnare quanto permetteva a lui ed ai suoi frati di avere abitazioni, vesti e mense povere. Ognuno conservava la sua serenità con “tranquillità di cuore e allegrezza di spirito”. Francesco sosteneva che “si sale prima in Cielo da un tugurio che da un palazzo”.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, tu scrivi che più di ogni altra cosa dobbiamo desiderare di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione. Ottienici lo Spirito di Dio, perché interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal suo fuoco, possiamo seguire le orme di Gesù Cristo e giungere al Padre, che vive e regna glorioso nei secoli dei secoli.

Proponimento

– Sull’esempio di Francesco, ricordiamoci che Gesù
per Sè e per sua Madre la povertà;
– Cerchiamo il distacco dalle cose della terra
per essere sempre più protesi verso le realtà del Cielo.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Sesto giorno della novena

30 settembre: SAN FRANCESCO FRATELLO DI TUTTI.

PREGHIERA INIZIALE:
Ascolta questa preghiera di adorazione eucaristica mio Signore Gesù Cristo, che per amore degli uomini resti giorno e notte in questo sacramento, pieno di misericordia e d’amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a farti visita, credo che Tu sia presente nel sacramento dell’altare.
Ti adoro nell’abisso del mio nulla e Ti rendo grazie per tutti i Tuoi benefici, soprattutto per esserti donato a me in questo sacramento, per avermi concesso come avvocata Maria, Tua Madre Santissima, e infine per avermi chiamato a farti visita in questa chiesa.
GLORIA AL PADRE….

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
S. FRANCESCO E LA PENITENZA
Francesco era di costituzione gracile e debole già dalla giovinezza, eppure sottopose il suo corpo a penitenze e ristrettezze rigidissime! La sua penitenza iniziò con l’amore verso i lebbrosi. “Un giorno, cavalcando presso Assisi, ne incontrò uno e, sebbene ne provasse non poca molestia e orrore, pure balzò di cavallo e corse a baciarlo e il lebbroso tendendogli la mano come per ricevere l’elemosina, ricevette insieme da lui il denaro e un bacio. Ed egli, subito risalito a cavallo, volgendosi di qua e di là, ed era in un campo aperto senza alcun ostacolo allo sguardo, non vide più il lebbroso. Onde, ripieno di meraviglia e di gioia, pochi giorni dopo vuole ripetere l’atto; si reca alla dimora dei lebbrosi e ad ognuno, distribuendo l’elemosina, bacia la  mano e la bocca. Così prende le cose amare invece delle dolci e si prepara virilmente ad osservare gli altri comandamenti”. In seguito si recò tra i lebbrosi e rimase con loro, servendoli in tutte le loro necessità per amore di Dio, lavando i loro corpi deformati e tergendo “la materia delle piaghe”. Celano ci assicura che prima della conversione, Francesco inorridiva alla vista dei lebbrosi e, quando da lontano scorgeva i loro rifugi, si turava le narici con le mani. Per il riposo, Francesco non voleva materassi o coperte: egli si stendeva al suolo sopra la sua tunica e spesso per dormire stava seduto appoggiandosi ad un guanciale di legno o di pietra. Riteneva molto utile la mortificazione della lingua e per questo scrisse: “Beato quel religioso che non trova giubilo e letizia se non nei santissimi ragionamenti e nelle opere di Dio e con questi conduce gli uomini ad amare Dio, in gaudio e letizia. E guai al religioso che si diletta di parole inutili e vane e con queste spinge gli uomini al riso”.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, tu hai riconosciuto in ogni uomo un figlio di Dio. Fratelli erano per te i lebbrosi, fratelli i peccatori, fratelli i sacerdoti, fratelli i compagni che il Signore aveva mandato a vivere con te, fratelli coloro che praticavano un’altra religione. Tu davvero sei stato il fratello universale. Ottieni anche a noi di avere il cuore aperto a ogni uomo, al di là della sua condizione, razza, cultura e religione, e di accoglierlo nel nome di Gesù come nostro fratello.

Proponimento

– mortifichiamo i desideri del corpo, affinchè siano sempre subordinati alle esigenze dello spirito.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Settimo giorno della novena

1 Ottobre: SAN FRANCESCO E IL CREATO.

PREGHIERA INIZIALE:
O Gesù, tu sei il pane vivo disceso dal cielo. Tu sei la fonte della vita eterna. Ti chiedo di darmi la forza di vivere secondo la tua volontà e di amare come tu ami. Ti chiedo di perdonarmi per i miei peccati e di aiutarmi a crescere nella fede. O Gesù, tu sei il mio Salvatore e il mio Redentore. Ti chiedo di benedire me e la mia famiglia. Ti chiedo di proteggerci dal male e di guidarci sulla strada della santità. Ti chiedo di rimanere sempre con me e di farmi sentire la tua presenza.
GLORIA AL PADRE…

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
COME S. FRANCESCO SEPPE SOPPORTARE LE AVVERSITÀ
Dopo la sua conversione, S. Francesco dovette superare gravi difficoltà, ma seppe reagire «con molta fermezza nelle tribolazioni» (2 Cor 6,4) e seppe conservare la «gioia dello Spirito Santo» (1 Ts 1,6) nonostante le avversità. Quando Francesco decise di vivere secondo il Vangelo, si trovò davanti la violenta opposizione dei parenti. Il padre, considerando pazzia l’abbandono delle cose del mondo per il servizio di Cristo, cominciò a perseguitarlo con minacce. lì Santo, dopo aver pianto e pregato, ebbe luce e forza da Dio, tanto che seppe affrontare con gioia anche gli improperi Anche i suoi compagni di un tempo, vedendolo tanto cambiato e prostrato dalla penitenza, lo insultavano e gli scagliavano addosso il fango e le pietre della strada, perchè lo ritenevano pazzo. Francesco sopportava con gioia ogni pena, pensando alle sofferenze e alle incomprensioni sopportate da Gesù, il Figlio di Dio. Più tardi si vide combattuto  da alcuni dei suoi frati che lo ostacolavano pretendendo di modificare la regola. Egli voleva applicare letteralmente il Santo Vangelo, ma i frati più letterati e sapienti pretendevano di mitigare i punti più rigidi, quelli che richiedevano maggior penitenza e sacrifici per l’imitazione integrale della vita di Gesù e fu così grande e forte la loro opposizione che Francesco fu costretto a dimettersi dal governo dell’Ordine.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, la tua fede ti faceva cogliere come frutto dello stesso amore paterno di Dio Creatore ogni essere del mondo minerale, vegetale e animale, così da dare il nome di fratello o sorella al sole, alla luna, al fuoco, all’acqua, ai fiori, agli uccelli… Ottieni al nostro tempo di scorgere nella creazione l’opera di Dio, di rispettarla e di servirsene con discrezione, amore e vigile cura, nell’attesa che anch’essa, liberata dalla corruzione, entri nella gloria di Dio.

Proponimento

– impegniamoci ad accettare anche le opposizioni dei più vicini e dei più cari quando Dio ci chiama per una strada che essi non condividono; – accettiamo con umiltà i contrasti nell’ambiente in cui quotidianamente viviamo, ma difendiamo con fermezza quanto ci sembra utile per il bene nostro e di coloro che ci stanno vicino e, soprattutto, perla gloria di Dio.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Ottavo giorno della novena

2 Ottobre: SAN FRANCESCO INVITA AL PERDONO E ALLA RICONCILIAZIONE.

PREGHIERA INIZIALE:

Quanto è difficile la tua scuola di Amore, Signore. È dura trovare la forza e il coraggio per cercare di imitarti, ma sappiamo di non essere soli. Guardiamo questo Tabernacolo dove tu sei Presente. Non capiamo come e forse neanche perché, ma tu sei qui e questo ci dà la forza. Stando sotto il sole ci si abbronza e stando davanti a te si diventa santi. Forse anche noi quasi ci addormentiamo, come i discepoli nell’orto degli ulivi, forse fatichiamo, ma ci siamo. La tua Presenza ci faccia risorgere! Amen.
GLORIA AL PADRE…

DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
COME S. FRANCESCO SEPPE SOFFRIRE SORRIDENDO
Sono state numerose e dolorose le malattie sofferte da S. Francesco, ma esse non lo privarono mai della sua proverbiale letizia; soffrì, infatti, sorridendo e ringraziando il Signore per le sofferenze. Considerò anche le malattie un’espressione della bontà di Dio e attese la morte cantando. Aveva una grave malattia agli occhi ed il male sembrava progredire di giorno in giorno per mancanza di cure. Stava per perdere la vista, ma rifiutava ogni cura perchè era sempre molto severo con il suo corpo. Quando frate Ella e il Cardinale Ugolino riuscirono a convincerlo ad “usare con minori scrupoli qualche riguardo per il suo male”, la malattia ora così grave che richiedeva grande competenza da parte dei medici e “dolorosissimi mezzi di cura”. Nella primavera del 1225, la malattia agli occhi era tanto peggiorata che Francesco “non poteva scorgere la luce del giorno né quella del fuoco durante la notte”. Partì allora per andare da un medico che tutti dicevano espertissimo nella cura di questo male. Francesco portava un grande cappuccio fatto dai frati e sugli occhi una benda di lana o lino cucita al cappuccio, perchè vedere la luce gli causava fortissimi dolori. Il medico pensò di curarlo con bruciature. Portò un ferro o lo fece arroventare davanti al Santo, il quale cercò di darsi coraggio dicendo al fuoco: “Frate fuoco, nobile e utile creatura tra le creature dell’Altissimo, usami cortesia in quest’ora: un giorno io ti ho amato e ancora voglio amarti per amore di quel Signore che ti creò. E prego il Creatore nostro che temperi il tuo calore, perchè io possa sopportarlo”. Terminata la preghiera, benedisse il fuoco. I frati presenti fuggirono tutti. Quando il medico ebbe finito la dolorosissima operazione, i frati rientrarono e S. Francesco raccontò loro di non aver sentito dolore alcuno e neppure il calore del fuoco. Anche il medico, molto meravigliato, confermò che il Santo non si era neppure scomposto e disse: “Fratelli, avrei temuto non solo di lui, debole o infermo, ma anche di uno forte e sano, che non avesse potuto sopportare una cottura così forte”. “Per quasi due anni ebbe a sostenere queste sofferenze con pazienza o umiltà, di tutto rendendo grazie a Dio”. Quando S. Francesco ricevette le stimmate, le sue sofferenze furono notevolmente accentuate. “Quelle piaghe santissime, in quanto gli erano impresso da Cristo, gli dettero al cuore grandissima allegrezza, niente di meno alla carne sua e ai sentimenti corporali a cui davano intollerabile dolore”.

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, uomo riconciliato interiormente e con l’intera creazione, sei stato uomo di pace e di speranza: hai dialogato con il lupo di Gubbio e con il sultano, hai portato alla riconciliazione tra loro il podestà e il vescovo di Assisi, e a quanti incontravi auguravi: «Il Signore vi dia la pace». Ti preghiamo per la nostra umanità così lacerata e dilaniata da lotte e  contrapposizioni, perché con la tua intercessione ritrovi la concordia e la serenità.

Proponimento
– chiediamo a Francesco la sua gioia e serenità nelle malattie,
pensando che la sofferenza è un grande dono di Dio in vista della nostra gioia futura;
– seguendo l’esempio di Francesco, sopportiamo le malattie con pazienza e senza far pesare il nostro dolore sugli altri;
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

Nono giorno della novena

3 Ottobre: SAN FRANCESCO VA INCONTRO ALLA MORTE.

PREGHIERA INIZIALE:
“Nel Sacramento del suo amore, Egli sospira e intercede presso il Padre per i peccatori. Egli è là per consolarti. Vieni a fargli visita. Oh, quanto Egli gradisce questo piccolo quarto d’ora che tu rubi alle tue occupazioni, a qualche tua futilità, per, venire a visitarlo, pregarlo, consolarlo di tutte le offese che riceve! Quando vede un’anima pura venire premurosa a Lui, Egli sorride, perché vede in lei quella semplicità che tanto Gli piace. Quale felicità si prova davanti al Tabernacolo, alla presenza di Dio, quando si è soli ai suoi piedi! Anima mia, aumenta la tua fede e il tuo fervore: sei qui sola per adorare il tuo Dio! I suoi sguardi si posano su di te sola. Egli tanto ti ama! Per questo ti ha ispirato di venire da Lui. Quando entri in chiesa e prendi l’acqua benedetta, quando porti la mano alla fronte, per fare il segno della croce, guarda il Tabernacolo: Gesù lo socchiude nel medesimo istante per benedirti. Se tu avessi gli occhi degli Angeli, guardando Gesù presente nel Tabernacolo, che ti vede, come lo ameresti! Sarebbe come pregustare il Paradiso… E tutto il resto perderebbe ogni sua attrattiva. Chiedigli che ti apra gli occhi; digli come il cieco: “Signore, fa’ che io veda!”. (S. Curato d’Ars)
GLORIA AL PADRE…


DALLA VITA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI
COME S. FRANCESCO ACCOLSE LA MORTE
Il Celano racconta che la malattia di S. Francesco si stava aggravando e il corpo del Santo si indeboliva sempre più, tanto che non poteva più muoversi. Un frate chiese a Francesco se preferisse la sofferenza lunga e continua di tale grave infermità oppure il martirio, la morte violenta e atroce provocata dal carnefice. Egli rispose: “O figlio, la cosa che mi è più cara, più dolce, più gradita, è che si adempia in me e su di me la volontà del Signore Iddio. lo voglio essere totalmente concorde e obbediente soltanto alla Sua volontà. Ma se dovessi guardare non al premio, ma solo al dolore fisico che provo è per me più atroce di qualunque martirio tollerare questa malattia anche solo tre giorni”. Nel 20″ anno della sua conversione, due anni dopo l’impressione dello stimmate, “squadrato ormai da numerosi colpi di dolore e infermità,… come pietra da collocare nella Gerusalemme celeste o come lavoro malleabile portato a perfezione dal martello delle molteplici tribolazioni”, S. Francesco chiese di essere portato a S. Maria della Porziuncola per morire proprio nel luogo dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia di Dio. Baciando la terra, disse: “Ti ringrazio, Signore Dio, di tutte queste mie sofferenze e ti prego, o Signore, che me ne mandi altre cento, se così ti piace: poichè questo mi sarà graditissimo; colpendomi con il dolore tu mi risparmi; mentre l’adempimento della tua santa volontà costituisce per me una grandissima consolazione”. Quando S. Francesco era colpito da sofferenze più forti, cantava o faceva cantare dai suoi compagni “lo lodi dello creature”,

PENSIERO DEL GIORNO
O san Francesco, tu andasti incontro alla morte chiamandola sorella: «Ben venga, mia sorella morte; per me sarà la porta della vita». Ottieni che anche noi, al termine della nostra vita, possiamo abbandonarci con fiducia nelle mani di Dio ed entrare in quel regno dove, come tu hai detto, la visione di Dio è senza  veli, l’amore di lui è perfetto, la comunione con lui è beata e il godimento di lui è senza fine.

Proponimento
– viviamo ogni istante della nostra vita terrena come mezzo per conseguire la gioia eterna.
Pater, Ave, Gloria
S. Francesco, prega per noi.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente