Il peccato che ci allontana dalla fonte vera.

Il peccato ci acceca la coscienza, la inganna, la raggira, specialmente quando la volontà non è basata su un vero cammino di conversione è ha come metà la vita eterna, il Catechismo della Chiesa cattolica lo definisce in questo modo:

” è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare « come Dio » (), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è « amore di sé fino al disprezzo di Dio ».
Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza.  ccc 1853″

Mi sono ispirato a san Paolo nella lettera ai Galati, già la storia di questo popolo fa comprendere come possiamo essere facili prede del peccato e degli idoli, ma non voglio entrare in questioni bibliche.

« Le opere della carne sono ben note:

fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; 

(Gal. 5,19-21)


Anche nel Vangelo di Matteo possiamo vedere da cosa e da chi provengono i peccato e il male dell’uomo:

« Dal cuore […] provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo » ( ). (Mt. 15, 19-20)

Ciò che rovina la bellezza creata, il sogno di Dio, il progetto d’amore che da sempre ha desiderato, è proprio il voler conquistare il mondo, ma per la propria fame di se stesso è non per la gratuità scaturita dalla Croce dai cui nasce tutto è tutto si realizza in essi.

Nel catechismo degli adulti troviamo l’indicazione di come riconciliarsi con Dio, è questa strada è il riconoscersi bisognosi della sua misericordia, del sua abbraccio, della sua presenza in noi, sempre presente ma assente perchè la teniamo rinchiusa, come sant’ Agostino nei suoi scritti ci dice:

“Bellezza tanto antica e tanto nuova; tardi ti ho amato!
Tu eri dentro di me, e io stavo fuori, ti cercavo qui, gettandomi, deforme,
sulle belle forme delle tue creature. 
Tu eri con me, ma io non ero con te.  (Conf. 10,27)”

Questo pensiero di sant’Agostino ci fa capire quanta reale bellezza abbiamo interiormente, ma tanto oscurata, annebbiata, forse dalla nostra stessa volontà, dal nostro egocentrismo orgoglioso, e non ci da spazio per respirare tanto amore gratuito.

E proprio cosi quanto più ci riconosciamo peccatori più possiamo sentire il profumo dell’Eterno.

Ecco come troviamo scritto nel catechismo degli adulti al n° 926 “Chiamati a camminare secondo lo Spirito, seguendo Cristo, per andare al Padre, dobbiamo uscire e allontanarci sempre più dalla schiavitù del peccato e progredire nella libertà dei figli di Dio.Innanzitutto dobbiamo riconoscerci peccatori.” «Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa» (1Gv 1,8-9).

Qui i santi ci fanno da maestri di vita da San Francesco di Assisi in poi, la loro umiltà, la loro spogliazione da ogni peccato, la loro obbedienza alla Parola di Dio, la loro fedeltà ci insegnano che la vita eterna è possibile amando e vivendo il Vangelo che si fa carne e viene versato a tutti i fratelli nella testimonianza delle fede.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente