Spiritualità della “Liturgia delle Ore” #13

Come si prega la preghiera dei Salmi

Celebrare con l’anima, con il corpo

«Celebrare», più che recitare.

Abbiamo visto come nasce, come cresce e come si trasformano i salmi, che siano facili o difficili, belli o lunghi, rimarranno sempre, motivo studio e rifugio per i nostri giorno, a volte turbolenti altri gioiosi, ma ora vediamo come si pregano i salmi e come viverli.

Sappiamo che le parole hanno un loro significato, un loro atteggiamento, un loro peso e una loro attrazione.

Recitare o celebrare?

Quindi parlando di «recita» si è facile intendere quell’attività nel ripetere una parte che altri hanno preparato per noi. Può produrre addirittura un senso di «passività», mentre al contrario è un’azione che ci vede protagonisti, insieme con Cristo e con insieme alla Chiesa.

E’ più corretto parlare di «celebrazione» dei salmi che vuol dire: Lodare, esaltare; festeggiare solennemente; dal latino troviamo ‘frequentare, affollare’, ma anche ‘onorare’.

   Ma per vivere una simile celebrazione, si richiedono le seguenti condizioni:

Un’assemblea celebrante, che la viva e la fa sua.

«La Liturgia delle Ore come tutte le altre azioni liturgiche non è un’azione privata, ma appartiene a tutto il Corpo della Chiesa lo manifesta e influisce su di esso. (IGLO 20). Essendo un’azione altamente liturgica e quindi ecclesiale «è da preferirsi la celebrazione comunitaria… alla celebrazione individuale e quasi privata» (SC 27)

Quest’assemblea celebrante, sotto la presidenza di un Ministro, non compie una recita di testi, ma è convocata per celebrare un evento di salvezza, è l’incontro con Cristo che si fa trovare nei suoi Misteri d’amore divini! 

Un clima di festa e di gioia.

Quindi vivere una celebrazione non possono essere tristi gli invitati quando lo Sposo è con loro, ci dice la sacra scrittura. Questa presenza del Risorto nell’assemblea deve creare quel senso di festa, di gioia da rendere ogni celebrazione un avvenimento pasquale.

Di quelle preghiere che si trascinano con monotonia, con stanchezza, senza alcun entusiasmo interiore, senza quella gioia che deriva dal sentirsi in comunione, cioè insieme a pregare con gli Angeli, con i Santi i martiri e tutti i Beati nel cantare e ringraziare le lodi del Signore? 

Quale gioia, inoltre, nel sapere che l’adorazione, la lode e il ringraziamento sono assunti dalla voce di Cristo e acquistano una perfezione e una pienezza che ci permette di essere fin d’ora membri della Liturgia celeste. Le parole del Salmo, ad esempio, mentre esprimono il pentimento del cuore ci fanno assaporare la misericordia di Dio, mentre si fanno grido di supplica già ci pongono nelle mani ciò che si implora.

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente