Le prime forme di organizzazione sulla liturgia.
Dopo aver parlato in grande linee degli albori della liturgia partendo proprio dalla Sacra Scrittura e di quello che diremmo delle tradizioni popolari, occupiamoci adesso degli inizi delle forme e organizzazioni delle liturgie e delle preghiere.
Nella liturgia cristiana nei secoli IV-VI
Quando poi furono terminate le dolorose persecuzioni in particolare per i primi cristiani, nel frattempo aumentarono i luoghi di culto ma anche il numero dei presbiteri e dei monaci, si sentì necessario il bisogno di organizzare con più determinazione due cose, sia le formule della preghiera, sia le ore nelle quali pregare.
Quindi si iniziò ad avere un duplice genere di ufficio:
L’ufficio nella cattedrale, tra clero e laici.
Così facevano ogni giorno, nella Chiesa cattedrale, sia il clero e sia i laici si riunivano al mattino per recitare i Salmi chiamati «laudes», come ringraziamento al sorgere del nuovo giorno e al tramonto del sole dal cui nome di «Vespri», cioè preghiere al «tramonto del sole». La celebrazione eucaristica era ancora a ritmo settimanale, vale a dire alla domenica.
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La preghiera ben organizzata dai primi monasteri
L’ufficio dei monaci.
Avvenne così che anche nelle chiese rette dal clero, oltre alle due ore dell’ufficio del mattino e della sera, si aggiunsero le ore di terza, sesta, nona. Non esisteva ancora un «obbligo» per la partecipazione a questa preghiera la comunità pregava sempre anche «per i fratelli assenti», cioè quelli impossibilitati a partecipare alla preghiera comune.
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