PRETESTI PER NON PREGARE.

Pretesti per sfuggire alla preghiera

Come ben sappiamo la carne dell’uomo ha desideri contrari al suo Spirito come ci ricorda san Paolo nella lettera alla comunità dei Galati (cf. Gal 5,17). Essa la carne con le sue logiche e passioni non può trovare ri­poso nella preghiera, in particolare nella preghiera sincera, pura, perché questa implica il rinnegamento di sé e la morte delle passioni, dei desideri e delle false speranze di questo mondo… Per questo il corpo inventa mille pretesti per sfuggire alla preghiera: pretende di essere malato, debole, di avere mal di testa, alle articolazioni, alla schiena, di avere un gran bisogno di dormire, quante altre ne sappiamo anche se abbiamo tempo ma non la voglia. Se, nonostante questo, ti costringi a pregare, il tuo corpo cerca di abbreviare la preghiera e di pensare altre cose in questi casi la preghiera e solamente un formula, giusto quei due minuti e via. Invece se perseveri nella volontà di compiere la preghiera quella vera, profonda che instauri un vero rapporto con Dio fino in fondo, il corpo cerca di sfuggire nel vero senso della parola: la lingua s’ingarbuglia, l’attenzione si allenta e divaga qua e là, il pensiero si appe­santisce. Il tuo “io” cerca il pretesto del corpo per sottrarsi alle parole della preghiera, poiché esse comportano la sua morte. 
Questi sintomi gravi che appaiono a chi veramente si vuole mettere in contatto con il Signore attraverso la grazia della preghiera e dell’ascolto della sua Parola, non compaiono nelle pre­ghiere farisaiche, che sono fredde, chiuse e che non producono calore all’anima, sono compiute per ricevere la ricompensa dagli uomini, cioè per attirarsi le loro lodi o la loro ammirazione. Anzi, il corpo si adatta bene a una tale preghiera: si alza presto per farla in pubblico e non prova nessuna fatica a restare in piedi per lunghe ore davanti agli uo­mini, perchè poi il premio sarà di essere stimato e di essere soddisfatto di sentirsi a posto per la sua bravura.
Ci ricorda l’evangelista Giovanni che sapendo ciò che c’è in ogni uomo (cf Gv 2,23), il Signore ci ha messo in guardia da tutto ciò, dicendo: “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Pa­dre tuo che è nel segreto” (Mt 6,6). Chiudere la porta indica, qui, la necessità di far sì che la pre­ghiera non sia né vista né udita dagli uomini, al­meno nell’intenzione e nella coscienza di te che preghi.

NEL VIDEO ASCOLTERETE UNA DELLE PIU’ BELLE PREGHIERE DI SAN FRANCESCO E IL SUO DESIDERIO DEL CIELO E DELLA VITA ETERNA. 


ISCRIVETEVI AL CANALE PER RIMANERE IN COMPAGNI DEI SANTI FRANCESCANI.

Il Signore ti dia pace e gioia!

/ 5
Grazie per aver votato!