Un Natale diverso!

Unico, concreto, speranzoso e ricco.

Come vorrei vivere questo natale

In questo Natale, che bello sarebbe, sé sentirei la grandiosità dell’umiltà della grotta, quella che frate Francesco sperimento nel presepio di Greccio, quella umiltà che mi fa sentire figlio di Dio e fratello di Gesù, la gioia di un fratello che sta per nascere, che sta per riempiere ogni consolazione, prepararmi ad accoglierlo, con dolcezza, tenerezza, con entusiasmo e novità di cuore, ed è anche vero che ogni anno siamo abituati a  dire e a dirci sempre le stesse parole, quell’augurio convenzionato, anzi le stesse promesse ma non riusciamo a portarle nel concreto della nostra vita è testimoniarla nella vita degli altri, cerchiamo magari di fare solamente un florilegio  di frasi, spesso della Bibbia e per i più esperti di santi, ma cosa impariamo da essi, (sul secondo blog, il Natale vissuto dai santi) . Ogni Natale dovrebbe essere una nuova sfida, un rinnovo che ci dovrebbe dare slancio per dare una nuova svolta nel prossimo anno, quei propositi che ci facciamo ogni inizio di anno, oltre a quegli di vivere un anno in serenità e con l’aiuto del Signore e della sua benedizione, agli altri e forse anche a noi stessi, anche se spesso e viceversa, perché vogliamo, desideriamo, sospiriamo di vivere in un mondo diverso, con un dialogo sincero, non vorremo più guerre, non c’è cosa più orribile delle stragi, per una sete di potere e superbie, ma ancora di più tra noi, a volte  mettiamo da parte Dio, la nostra bravura va oltre forse, ma tutto ciò dipende solamente dal nostro desiderio, di attese e di speranze, di donazione, di amare e farci amare, ed è anche vero che nel corso dell’anno succedono tante cose, tragedie, sofferenze, malattie, guerre, tutto ciò è inutile nasconderlo ci danneggia e ci fa cambiare umore, ci irrigidisce, ci chiude nel nostro egoismo, il male che in noi abita che spesso lo vediamo negli altri, sono gli egoismi, egocentrismi, superbie, gelosie, potere, insaziabilità, superficialità, interessi, ingratitudini, sentirsi al di sopra di tutti, la lista potrebbe essere interminabile, ma perché tutto questo, cosa desideriamo nella vita? Siamo felice di quello che il Signore ci dona? Anche se le delusioni ci oltrepassano, ma per chi viviamo mi verrebbe da chiedermi, abbiamo tutto, se guardiamo nella globalità della terra, i nostri malumori i rancori, le rabbie, le delusioni, i fallimenti, non sono altro che i nostri stati, proprio perchè non lì sappiamo accettarli, dov’è quel Gesù che tanto amiamo? quel perdono che tanto desideriamo? quell’amare che nasce dal desiderio di amare Gesù, che tanto predichiamo agli altri, (che bravi che siamo),  ed è anche vero che nella vita di Gesù ha avuto anche i suoi momenti di delusioni, rabbie, ma perché, perché amava, ma la gente non intuiva, non lo comprendeva, vede solo l’esteriorità, forse cercavano i loro interessi, infatti erano pochi quelli che ritornavano per ringraziarlo, i tanti Santi non sono stati così dolci di parole, di gesti e di atteggiamenti, anche se poi leggiamo i loro scritti e ci ricrediamo, per la loro audace vita, ma è quello che ci dice il loro amore per Gesù che lo difendevano e che volevano testimoniare, e lì abbiamo chiamati pazzi, iracondi, severi, ma in realtà hanno saputo realmente amare con un cuore umile, forte, coerente, deciso.

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Allora come lo possiamo vivere questo Natale?

Noi siamo abituati a dire buon natale, sincero natale, felici auguri, ma non sarebbe bello dirlo con un cuore lieto, di quello che realmente stiamo vivendo, sperimentando? è non solo in quel giorno, ma ogni giorno, festa ogni giorno perché ho il Signore che nasce, muore e risorge in me, ogni volta che incontro un fratello, dev’essere una festa anche se mi ha offeso, Gesù ha dato l’esempio, i santi hanno perdonato i loro perseguitori, solo se lasciando indietro tutti i mali che mi porto e che faccio fatica a superarli posso sperimentare il Natale ogni volta, invece quell’azione, quell’atteggiamento, quel proposito che ho ricevuto, ma ho anche dato, me lo porto con me e mi fa soffrire, mi fa male, non ho il coraggio di ammetterlo, di perdonarlo, Dio è padre che perdona, magari lo facessi con le parole della bibbia? Ma solitamente me le ricordo solo per strumentalizzarle, quante volte san Francesco invece di annunciarle le viveva, ed era felice, gioioso, perché erano vere, erano ciò che desiderava ed operavano ciò che realmente promettevano.

Preghiamo il serafico padre San francesco che ci possa dare la gioia vera come ha fatto esperienza lui, di avere quella umiltà nel comprendere la grandezza di quel evento, la ricchezza di quella povertà, quella semplicità che riempie, invochiamo la sua benedizione e la sua grazia su tutti noi.

Che sia un vero Santo Natale, ricco di gesti e non semplicemente una emozioni di parole..

Leggili tutti…

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Pubblicato da vitaconsacratafrancescan

Simpatico, amante della gioia, innamorato dei santi, disponibile e accogliente