Il valore di essere piccoli dinanzi a Dio.

I requisiti della preghiera
     Questa sera ero intendo nel scrivere in questo blog una piccola riflessione sulle “beatitudini” e sul “siete sale della terra e luce del mondo”, ma scorrendo alcune pagine mi sono fermato, meglio ancora mi e caduta l’attenzione su questo piccolo brano, che leggerete alla fine,  che mi riguarda da molto vicino essendo un francescano, e mi e venuto in mente subito la figura di Francesco quando era in intimità di preghiera con l’ Altissimo, nella sua preghiera quando parlava di se si umiliava sempre dinanzi a Dio consapevole di essere una creatura, certo questo non vuole dire che ci dobbiamo neutralizzare ma sentirci per quello che siamo, per il peccato che è in noi, una volta che noi ci rendiamo conto che siamo piccoli e peccatori quando ci troviamo dinanzi a Dio non facciamo altro che cercare di entrare nelle grazie del Signore, non siamo lì ad elogiare i nostri talenti semmai a ringraziare Dio per i nostri talenti donati da Lui per edificarli a testimonianza della sua gloria, questo sarebbe un bel atto di umiltà, questo e quello che san Francesco diceva sempre, ringraziare Dio per i doni ricevuti, certo per arrivare a tutto ciò non e facile, arrivare ad un cammino spirituale cosi forte forse passeranno anni, tra ascesi e umiliazioni, ma questo non ci deve scoraggiare ma incoraggiare a trovare sempre il bene maggiore, a cercare e ricercare la verità, ad essere in continua cammino a chiedere giorno per giorno e di aprirci il cuore insieme alla mente alle novità  del Vangelo e della vita in Cristo, quindi avere questi requisiti per accostarci alla preghiera che sono la base principale che ci apre un mondo tutto nuovo  deve essere nutrito ogni giorno dal desiderio e dalla volontà di avvicinarsi sempre di più al grande mistero di Cristo e per dialogare con lui a cuore a cuore, una volta presa coscienza di tutto ciò si incomincia a intravedere un rapporto diverso con la preghiera, con dio e con i fratelli, ci trasforma la vita giorno dopo giorno, per concludere vi lascio a questo breve passo che il Signore possa donarvi la contrazione del cuore per morire al peccato e risorgere a vita nuova in Lui ogni giorno della nostra vita, ma non come una vita ricca di noi stessi ma ricca della sua testimonianza in noi che da la gioia di testimoniare il Vangelo nella quotidianità, nel servizio, e nella carità fonte di santità. 
         Se il monaco non si vede realmente peggiore di ogni creatura, non riceverà nulla. Deve sempre pregare così: “Signore, concedimi di vedere i miei peccati e tutta la mia peccaminosa depravazione, così come sono; Signore, concedimi la tristezza e la contrizione del cuore per i miei peccati numerosi come la sabbia del mare. Non togliere il tuo Spirito santo da me; donami la gioia della tua salvezza; crea in me un cuore puro, distogli il tuo volto dai miei peccati e purifica tutta la mia iniquità” 

Il Signore ti dia pace e gioia!

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